Cosa vi offende di Anna Tatangelo? Che sia bona? Le tette rifatte? Perché, alle belle il cancro al seno non capita? Perché, chi è passato dal chirurgo per estetica è meno meritevole? Avere gli addominali è una colpa da espiare?
Perché per attivare l’empatia deve esserci una donna meno carina di noi? Davvero è quello che vi fa pensare “vado a fare un controllo”?
Mia cugina che non c’è più, portata via da un cancro al seno poco più che trentenne, era bella. Molto più simile a una “bella e curata” come Anna Tatangelo che non a una donna media con un po’ di panzetta. Simile a una che usciva da una palestra più che che da un controllo medico.
Una testimonal deve essere conosciuta e popolare per colpire l’attenzione, non deve per forza sembrare una appena uscita dall’ospedale. Se poi il ruolo di una testimonial è colpire un target, pensiamo a chi si serve di più una campagna di prevenzione: “In alcune regione del Nord le donne raggiunte (dalla lettera mandata dalla regione sullo screening) sono tra il 75 ed il 100% di quelle interessate, mentre nel Sud ne viene raggiunta una percentuale inferiore al 50%. In Sardegna, Sicilia e Calabria arriva meno del 25% delle lettere che dovrebbero arrivare” (Qui l’articolo).
Una ragazza giovane del sud ha più probabilità di essere colpita da Anna Tatangelo che non da Margherita Buy. Il cancro colpisce anche chi ama la musica neomelodica e veste Coconuda. Non tiene conto dei libri che leggi. Può colpire chi si ascolta Anna Tatangelo e chi ha sul comodino Grazia Deledda. Una testimonial deve colpire quanta più gente possibile, e proprio la gente che si informa meno, forse distante da chi di noi avrebbe apprezzato di più una campagna con Luciana Littizzetto vestita.
La Tatangelo non va bene, perché ha “gli addominali scolpiti” da farsi perdonare. Perché, notoriamente, il tempo speso in palestra è tutto tempo tolto ai controlli medici. La Tatangelo non va bene perché è una un po’ tamarra, perché “il cancro è una cosa seria”. Però a volte il pensiero che sia una cosa seria e importante ci fa rimandare, perché abbiamo paura. Vorrei che i controlli diventassero una routine, una cosa così semplice e quotidiana da parlarne come si parla del parrucchiere. Più togliamo alle malattie la sacralità che le circonda più riusciamo a combatterle.
E in ogni caso, invece di polemizzare, prenotate una mammografia.